Omicidio-suicidio Taranto: don Romanazzi (parroco s. Rita), “nessuno mai avrebbe potuto pensare a una tale efferatezza”

“Nessuno mai avrebbe potuto pensare a una tale efferatezza. Era gente per bene, mai liti o problemi, neanche in condominio. La parrocchia non la frequentavano, ma conoscevo i genitori di lui da anni e anche Luigi, che viveva nel nostro quartiere già prima di sposare Federica”. Don Gino Romanazzi, parroco della Santa Rita, la chiesa del quartiere, ha la voce rotta dal dolore per una vicenda che lascia la comunità tarantina sgomenta: un cinquantenne uccide la moglie e il figlio di quattro anni e poi si toglie la vita. La coppia si stava separando. “I genitori di Luigi li conoscevo già ed anche lui, che viveva nella nostra zona da prima di sposarsi. La madre e il padre di Federica invece li ho conosciuti ieri sera sul posto. Distrutti, totalmente impotenti, non credevano che si potesse arrivare a tanto. Abbiamo pregato un po’ insieme. Mi hanno raccontato di Andrea, ghiotto di pesce, che chiedeva sempre alla nonna di cucinarglielo. Storie semplici, di quotidianità, che si scontrano con il grande male ed in questo dolore, Cristo, che ci guarda dalla Croce ed è l’unico balsamo capace di ricordarci che c’è una resurrezione. Stasera, in parrocchia, alle 21, celebreremo la Messa per queste tre vite spezzate, insieme a tutta la comunità. Nell’Eucarestia, solo in quella, il Mistero di Cristo e quello dell’uomo, del suo abisso, si incontrano. Solo l’Eucarestia può essere la strada dell’amore, del perdono e della misericordia”.

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