Nuovo piano Ue: Oxfam, “con delega controlli a Paesi terzi si rischia violare diritti umani”

Il nuovo “Migration Partnership Framework” annunciato oggi dalla Commissione europea “rischia di delegare a Paesi terzi il controllo delle frontiere europee, lasciando decine di migliaia di uomini, donne e bambini in fuga da guerra, persecuzioni e fame senza la tutela e la protezione di cui hanno bisogno”. E’ la posizione di Oxfam sulla presentazione delle nuove misure in materia di immigrazione rese note oggi a Bruxelles. “Dopo l’accordo Ue-Turchia dello scorso marzo – afferma la direttrice delle Campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti -, l’Europa sta ancora una volta rischiando di imboccare una strada pericolosa: con il solo obiettivo di impedire alle persone di arrivare in Europa, si affida a Paesi che, in molti casi, non appaiono assolutamente in grado di gestire un normale percorso di accoglienza e tutela dei diritti umani fondamentali di persone che non hanno più nulla”. “Un aumento degli investimenti nei Paesi in via di sviluppo è necessario e benvenuto quando a beneficiarne sono le persone, in particolare le persone più vulnerabili – continua Bacciotti -. Tuttavia abbiamo la seria preoccupazione che le misure contenute nel Migration Compact possano diventare un mezzo per convincere i Paesi poveri a gestire l’emergenza migranti al posto della Ue, facendo affidamento, in alcuni casi, su Paesi retti da regimi dittatoriali in cui abusi e repressione sono all’ordine del giorno”.

Oxfam ritiene importante che un provvedimento europeo sulle migrazioni contenga però anche altre misure: “Prima tra tutte un impegno chiaro a finanziare interventi di assistenza tecnica e finanziaria per le persone che migrano e per le comunità che li ospitano nei Paesi di transito e destinazione. E’ inoltre necessario che venga assunto un impegno chiaro a utilizzare gli aiuti allo sviluppo nei Paesi di origine per progetti mirati a sradicare la povertà e a combattere l’ineguaglianza, a risolvere i conflitti e a rafforzare le infrastrutture sociali ed economiche”. “Chiediamo che l’Europa non utilizzi i fondi stanziati per gli aiuti per finanziare la difesa o la sicurezza, ma per lo sviluppo e la difesa dei diritti umani. In questa direzione, è necessario che l’Italia si faccia promotrice di questo approccio all’interno Unione europea e negli altri forum globali di cui è parte”, conclude Bacciotti.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy