Migrazioni: Avramopoulos (Commissione Ue), rilancio “Carta blu” e “investire nell’integrazione per il bene di tutti”

(Strasburgo) – Un doppio approccio. La Commissione europea lancia oggi, dalla sede dell’Europarlamento, due differenti iniziative sul versante delle migrazioni, nessuna delle due, però, riguarda l’emergenza-profughi, ma tende a guardare al futuro. I vicepresidenti Timmermans e Mogherini presentano il Migration Compact, sostanzialmente un piano di investimenti nei Paesi di origine e transito delle migrazioni, affinché i flussi siano prevenuti e quindi evitati. Il commissario Avramopoulos, invece, illustra un piano d’azione per sostenere gli Stati membri nell’integrazione dei cittadini di Paesi terzi e “nella valorizzazione del contributo economico e sociale che apportano all’Ue”, insieme a una proposta legislativa di riforma delle norme che regolano l’ingresso nell’Unione di lavoratori altamente qualificati. “Tali interventi – chiarisce il commissario – andranno a beneficio delle imprese europee che desiderano attirare persone di talento e qualificate da tutto il mondo”. Dimitris Avramopoulos aggiunge: “Se vogliamo gestire la migrazione sul lungo periodo, dobbiamo iniziare ad investire ora; è nell’interesse di tutti. Un’integrazione rapida ed efficace dei cittadini di Paesi terzi è fondamentale se vogliamo che la migrazione sia un fattore positivo per l’economia e un elemento di coesione nella nostra società”. Il sistema della Carta blu, risalente al 2009, rivisto “renderà più facile e appetibile per i cittadini di Paesi terzi altamente qualificati venire a lavorare nell’Unione e rafforzerà la nostra crescita economica”.
Il commissario assicura però che non si tratta di generare una “fuga di cervelli” dai Paesi poveri. Quindi aggiunge: “Negli ultimi anni sono arrivati un milione di migranti. Non tutti avranno riconosciuto lo status di rifugiato e quindi questi dovranno essere rimpatriati. Ma per chi resta occorre assicurare una integrazione con un vantaggio reciproco”, anche perché, spiega, le forze lavoro in Europa invecchiano e ci sono settori e professioni che non riescono a soddisfare la richiesta con i lavoratori europei (fa il caso del settore sanitario). “Il costo della non integrazione – aggiunge – sarebbe ben maggiore rispetto a quello degli investimenti, ad esempio in formazione, necessari per l’integrazione”. Nel presentare il progetto per rilanciare la Blu Card, Avramopoulos richiama la Green Card degli Stati Uniti. “Assicurare che cittadini di Paesi terzi possano dare il proprio contributo economico e sociale alle comunità di accoglienza è fondamentale per il benessere, la prosperità e la coesione futuri delle società europee. Uno studio pubblicato oggi dai servizi della Commissione conferma che una integrazione efficace e rapida può contribuire a migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, ad affrontare le sfide demografiche e a migliorare la sostenibilità di bilancio” e dei sistemi previdenziali.

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