Innovazione: Censis, per il 57,1% ha ampliato i divari sociali, per il 39,8% l’automazione sostituirà il lavoro umano

Gli italiani convinti che le innovazioni degli ultimi vent’anni abbiano portato esclusivamente benefici sono pochi (il 14,2%). La maggior parte (il 57,9%) pensa che ci sano stati molti benefici, ma anche qualche problema; il 57,1% ritiene che nel nostro Paese abbiano contribuito ad ampliare i divari sociali. Lo rivela il Censis in “Italia, Chefuturo!”, il Rapporto 2016 Cotec-Chebanca sulla cultura dell’innovazione anticipato oggi. I più critici ritengono che l’innovazione abbia portato alcuni benefici e alcuni problemi (20,3%) o addirittura più problemi che benefici (7,3%). Nei singoli ambiti di applicazione si rilevano importanti differenziazioni. Le scoperte nel campo dell’ingegneria genetica sono valutate positivamente nelle loro concrete applicazioni in campo medico dall’87,2% degli italiani, ma negativamente quando riferite all’agricoltura e alla controversa questione degli Ogm (solo il 40,3% di pareri positivi). Il  57,1% degli italiani ritiene inoltre che nel nostro Paese le innovazioni abbiano contribuito ad ampliare i divari sociali. “Guardando alle tecnologie digitali – il commento del Censis -, non è un mistero che il digital divide alimenti di fatto due mercati dei beni e dei servizi: uno tradizionale, con costi di accesso più elevati, e uno innovativo, con costi più contenuti e opportunità maggiori. Lo stesso vale per il rapporto tra i processi innovativi e le opportunità di lavoro”. Anche in questo caso una quota importante di italiani (il 39,8%, e il dato sale al 50,7% tra le persone meno istruite) si mostra molto critica ritenendo che l’automazione sostituirà sempre di più il lavoro umano. Il 31,6% pensa invece che si stanno aprendo scenari occupazionali in ambiti nuovi e fino ad ora inesplorati, mentre il 28,5% ritiene che il numero delle opportunità rimarrà identico.

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