Cardinale Betori: “Andiamo in pellegrinaggio in Terra Santa per un’esperienza forte di fede e di solidarietà”

“Nell’esperienza di fede dei credenti un posto privilegiato” è e deve “essere riservato al pellegrinaggio, che è un’esperienza che segna la vita di ogni credente, soprattutto se si svolge nei luoghi dove Gesù è nato, ha vissuto, è morto ed è risorto: la Terra Santa. Inginocchiarsi e toccare il marmo del Santo Sepolcro, pregare nella Grotta della Natività, rendere omaggio a Maria nella Basilica dell’Annunciazione, meditare sulle sponde del Mare di Galilea o sulle pendici del Monte delle Beatitudini o nel deserto di Giuda ti arricchisce spiritualmente e ti aiuta nell’incontro vivo con Gesù vivo”. È l’appello del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana, sui pellegrinaggi in Terra Santa per sostenere i cristiani che vivono nella terra di Gesù, pubblicato nell’ultimo numero di Toscana Oggi. Il porporato ricorda che il pellegrinaggio, di questi tempi, è “anche l’unico modo per aiutare i pochi cristiani che ancora vivono a Gerusalemme, Betlemme o Nazareth e in altre parti della Palestina e di Israele”. Per il cardinale, “è importante non lasciarli soli. Dobbiamo far sentire loro il nostro affetto e il nostro sostegno. Il modo migliore per farlo è proprio quello di rilanciare i pellegrinaggi, che diventano così un ulteriore atto di amore e un contributo al sostentamento di quella popolazione”.
Di qui l’invito: “Non dobbiamo aver paura ad andare in Terra Santa. Non ci sono pericoli particolari. Come vescovi toscani ne siamo convinti, al punto che insieme, come Conferenza episcopale toscana, terremo lì, in quei Luoghi santi, la nostra tradizionale Assemblea itinerante, per testimoniare concreta vicinanza alle comunità cristiane e a tutte le popolazioni che vivono in quella regione così duramente tormentata da tensioni e conflitti. Vogliamo in questo modo riaprire una strada e indicarla alle nostre comunità diocesane, invitarle ad andare in pellegrinaggio, confermando quei forti legami che la Toscana ha sempre avuto con la Terra Santa”.

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