Mattarella: ai giornali Fisc, “la forza della Repubblica sta nelle radici piantate sui valori universali della persona”

“Viviamo un cambio d’epoca che sta dischiudendo orizzonti inediti e problemi nuovi per le nostre società. La velocità dei cambiamenti tocca il potere, gli ordinamenti, l’economia e incide sui sentimenti stessi dell’uomo. Compito di una comunità, di un popolo, è esserne all’altezza, guidare le trasformazioni, trasmettere opportunità e dare speranza alle generazioni più giovani”. Così si esprime il Presidente Sergio Mattarella nell’intervista collettiva concessa, in occasione del 70° del Repubblica, alla Federazione italiana dei settimanali cattolici, da oggi in pubblicazione. Il Capo dello Stato riflette: “La Repubblica ha avuto in questi decenni una capacità unificante per gli italiani. Ha favorito e accompagnato lo sviluppo democratico del Paese, dopo aver raccolto il testimone di un’Italia umiliata e divisa. La Repubblica è la nostra casa comune. La Repubblica ci ha reso tutti responsabili e artefici del nostro destino. Non è il luogo che annulla le differenze, che nega il conflitto, che cancella le contraddizioni del tempo. È un patrimonio condiviso, che può valorizzare le nostre diversità e renderci tutti più forti e più competitivi”. Mattarella aggiunge: “La forza della Repubblica, e della sua Costituzione, sta nelle radici piantate sui valori universali della persona, dell’uguaglianza tra gli uomini, della libertà, della solidarietà. Con la Repubblica gli italiani hanno visto riconosciuti i diritti individuali e sociali e quelli delle comunità locali, sono diventati costruttori di una democrazia non solo formale”.
Il Presidente Mattarella sottolinea quindi: “La cittadinanza repubblicana ha il diritto di esprimersi compiutamente in tutte le nostre contrade! Anche in quelle più remote. Nella modernità saranno più forti i Paesi che hanno basi etiche condivise e che, in virtù di queste, saranno aperti al mondo e contribuiranno al governo globale. La prova decisiva, per noi, è l’Europa. Essere italiani ed europei non è in contraddizione. Anzi, è un ampliamento della nostra identità. La sfiducia verso il potere scaturisce in gran parte dalla crisi del progetto europeo, dal senso di impotenza che ne deriva e dall’illusione di rifugi nazionalistici”.

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