Elezioni amministrative: Blasi (Clarus), “si torni a parlare di progetti, e possibilmente di quelli realizzabili”

“Alife fa parlare di sé; e non lo fa nel modo migliore” perché, in vista della prossima “competizione elettorale”, “illazioni e ‘accuse’ (così definite dai politici chiamati in causa) dai palchi dei comizi hanno acceso la miccia; grida rimbalzate da un comitato all’altro, da una famiglia all’altra, finite a colpi di affissioni ritenute ‘selvagge’ e lette come una violenta imposizione dell’avversario politico”. Lo denuncia Grazia Blasi, direttore di “Clarus” (Alife-Caiazzo), che rivolge un appello: “Si torni a parlare (soltanto) di programmi; di cosa dovrà diventare Alife rispetto a ciò che è divenuta oggi; si trovi il coraggio da un ‘palco elettorale’ di raccontare il presente di questa città: partire dalla sua concreta quotidianità, dai disagi che i residenti toccano con mano, dalle possibilità di rilancio eternamente proposte e mai concretizzate. Fare un passo indietro è meglio che cento in avanti col rischio di affannarsi e bruciare le forze (e le idee) ancora prima di iniziare”. Infatti, si chiede Blasi, “quale città si sta consegnando ai più giovani, decisamente più appassionati alle foto di quelle macchine scippate e quelle lapidi oltraggiate attribuite ad una sporca ricerca di voti, piuttosto che a migliori sogni di futuro? Spietata caccia al voto che vede confrontarsi tattiche e tecniche diverse per esperienza e furberie”. Ecco perché “si torni a parlare di progetti, e possibilmente di quelli realizzabili; si torni a parlare di concrete possibilità di cambiamento; si guardi al centro storico non come la Camelot che verrà, ma come di un luogo normale di vita, perché anche la normalità è venuta meno agli abitanti di queste strade”. Per Blasi, “offrire libertà di pensiero significa far crescere le coscienze, ma questo fa paura alla politica della nostra terra, che diversamente sceglie di raccontarsi attraverso il cerimoniale che sta intorno al taglio di un nastro, alla collocazione di un busto e nasconde i suoi debiti sotto il tappetino d’ingresso delle case comunali. Buon proseguimento, e che sia migliore…”.

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