Cile: mons. Infanti de la Mora (Aysén), “depredazione delle specie marine e inquinamento dei mari”

Le autorità hanno promesso la creazione di una Commissione chiamata a far luce pienamente sulle cause della catastrofe ambientale in Cile, “ma ci sono seri dubbi che questa Commissione sia indipendente e non condizionata dalle multinazionali del salmone”. Lo sostiene monsignor Luis Infanti de la Mora, vicario apostolico di Aysén, che aggiunge: “Nell’isola di Chiloé la pesca è ancora paralizzata, mentre nella costa di Aysén prosegue con una certa regolarità”. Il vescovo, friulano d’origine, da anni alza la voce contro gli interessi economici: “Da trent’anni la politica neoliberale ha favorito l’arrivo in Cile di multinazionali per sfruttare le abbondanti risorse presenti nel nostro territorio: minerali, pesci, acqua, energia. In particolare, le nostre regioni sono le preferite per la salmonicoltura in gabbie marine. La pesca industriale che, grazie ad una legge, ha quasi eliminato la pesca artigianale e consegnato l’industria della pesca a quattro grandi imprese norvegesi e cilene. Il controllo dello Stato è quasi nullo e l’eccessivo desiderio di profitto delle impresa ha favorito la depredazione delle specie marine e l’inquinamento dei mari”. Come Chiesa, prosegue il vicario apostolico di Aysén, “cerchiamo di far prendere coscienza delle cause dei problemi ecologici, sociali, culturali e religiosi, provocati da un’industrializzazione depredatrice”.

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