Migrazioni: Caritas Europa, no all’accordo Ue-Turchia. Aprire “percorsi legali e più sicuri” per chi cerca rifugio

(Bruxelles) Secondo Caritas Europa i respingimenti che fanno parte dell’accordo Ue-Turchia raggiunto il 18 marzo scorso “creano un precedente pericoloso per il futuro e minano l’obbligo degli Stati membri di garantire il diritto internazionale d’asilo”. In corrispondenza del Consiglio europeo in corso a Bruxelles, l’Ong cattolica critica l’accordo come “espressione del fallimento dei governi europei a trovare consenso su un approccio umano per proteggere le persone nel bisogno” e invita a un “ripensamento dell’accordo Ue-Turchia”. Senza mezzi termini il presidente mons. Luc van Looy scrive che i leader europei “devono iniziare a tirar fuori la testa dalla sabbia”: “sembrano incapaci di capire la disperazione delle centinaia di migliaia di persone” in fuga. Secondo Caritas Europa, per rispondere alla crisi dei migranti secondo “lo spirito che anima l’Ue” e in contrasto alla “crisi di valori che l’Ue sta vivendo”, è necessario che i capi di Stato e di governo trovino un accordo su quattro punti: garantire la convenzione dei rifugiati del 1951 secondo cui, tra l’altro, chi chiede protezione non può essere soggetto a detenzione o respinto; aprire “percorsi legali e più sicuri per arrivare in Europa”, “impegnandosi di più nella redistribuzione”; smettere di “respingere persone verso paesi non-Ue senza che sia loro garantito il diritto di fare domanda d’asilo”; distribuire aiuti umanitari “in un contesto neutrale con piena libertà di movimento e senza detenzione arbitraria”.

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