Bioetica: Scienza & Vita, sì a cure palliative e terapie proporzionate. No ad “abbandono”

Lo stato di malattia e l’impossibilità di recuperare condizioni di autonomia sul piano dell’efficienza fisica e psichica non “tolgono dignità alla persona: il reciproco affidamento rispetto a contesti di debolezza o di bisogno costituisce, anzi, una delle manifestazioni più elevate dell’umano, che deve trovare sostegno anche sul piano legislativo”. E’ quanto si legge nel documento presentato oggi alla Camera dei deputati da Scienza & Vita che sottolinea, fra l’altro, l’esigenza di recare “sollievo delle sofferenze” e di valorizzare la “qualità di vita del malato, specie attraverso gli strumenti della medicina palliativa”. Al tempo stesso, prosegue il testo intitolato “Con dignità, fino alla fine. Paziente e medico alleati per la vita”, occorre assicurare che “nei confronti delle persone malate non operino mai sollecitazioni” a “rifiutare terapie in sé proporzionate”. Il malato deve anzi sapere che “l’accesso a tali terapie” costituisce “l’esercizio di un preciso diritto, costituzionalmente sancito”. No a “mere considerazioni statistiche sull’aspettativa media di vita del paziente” o a “considerazioni di carattere economico” per motivare l’attivazione o meno di “terapie per lui ancora utili e proporzionate”. “Occorre garantire, in particolare, che le manifestazioni di volontà del malato non siano espressione di stati depressivi o di condizioni psichiche anomale”. Di qui l’importanza di garantire un adeguato sostegno psicologico, “tenuto conto che spesso un atteggiamento rinunciatario” si rivela come “un appello al non abbandono, sia sul piano medico, sia su quello umano”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy