Bioetica: Scienza & Vita, per “bene integrale persona” serve “quadro valoriale e antropologico”

Perché “l’adozione di una prassi di pianificazione terapeutica condivisa” possa essere “concretamente applicabile nella pratica clinica quotidiana”, è necessario che essa faccia riferimento ad un “coerente quadro valoriale ed antropologico, con cui possano armonizzarsi, passo dopo passo, le singole scelte terapeutiche operate concordemente da paziente e medico”. Lo afferma l’associazione Scienza & Vita nel documento “Con dignità, fino alla fine. Paziente e medico alleati per la vita”, presentato oggi a Roma presso la sala stampa della Camera dei deputati, nel quale viene precisato che questo dinamismo non deve “essere ridotto ad un puro accordo contrattualistico tra i due”, ma deve rimanere “coerente con le finalità fondamentali dell’arte medica e la prospettiva del bene integrale del paziente”. Scienza & Vita richiama al riguardo il valore imprescindibile della vita di ogni essere umano, che “mantiene la sua dignità indipendentemente dalle condizioni concrete in cui essa si svolge. Essa costituisce un bene primario della persona perché precede e consente lo sviluppo di tutti gli altri suoi beni e dimensioni, inclusa la qualità della vita stessa”. E proprio in quanto tale, “esige di essere riconosciuta e rispettata sia dal paziente sia dal medico”.

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