Nuovi media: mons. Viganò (Santa Sede), “non cercare consensi, ma seminare il lievito del Vangelo”

“Lo scopo dell’utilizzo dei social per la Chiesa non può essere una mera ricerca di consensi, bensì quello di seminare il lievito del Vangelo”. Lo ha ricordato monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, intervenendo oggi all’incontro nazionale, organizzato a Roma dal Servizio informatico e promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dall’economato/amministrazione della Cei. “Il web, i social, tutto il mondo digitale – ha spiegato Viganò – viene ‘misurato’ in termini numerici, che dobbiamo imparare a leggere con una prospettiva relativa, domandandoci ‘rispetto a cosa’. Infatti, il sito web di una parrocchia non può avere gli stessi numeri di quello di una diocesi, che a sua volta non ha i numeri di un sito con un target di utenza nazionale, o addirittura mondiale, come può essere il sito della Santa Sede. Ogni realtà (locale, nazionale, mondiale) ha il suo proprio ambito e in questo ambito è chiamata ad agire e svolgere la missione di seminare il lievito del Vangelo”. Una missione, questa, ha sottolineato il prefetto, che “viene svolta allo stesso modo dal Santo Padre, attraverso i suoi profili e canali social che hanno una risonanza a livello globale, e dal parroco di periferia, attraverso il piccolo sito o il profilo social della parrocchia. Molto più di quanto si pensi l’utenza è in grado di riconosce l’intento missionario, contrapposto alla ricerca di consenso”. Al riguardo mons. Viganò ha raccontato l’esperienza del profilo Instagram (@Franciscus), divenuto “caso di studio” per la stessa azienda Instagram: “Gli strateghi di Instagram consigliavano di postare foto informali, inusuali, perché dai loro studi sulle statistiche numeriche emergeva in modo inequivocabile che questo tipo di foto aumenta i ‘like’, e dunque il consenso. Noi invece abbiamo scelto di non perseguire questa strada, ma di procedere secondo la linea di trasmettere il messaggio evangelico. Dopo un mese di attività del profilo era evidentissimo come l’utenza gradisse molto di più le foto tradizionali, in cui ‘il Papa fa il Papa’ (preghiera, messa ecc.)”. L’invito finale di mons. Viganò è di rischiare, anche perché “nella comunicazione ci sono rischi e non certezze… da affrontare però insieme”.

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