Cardinale Bagnasco: “se non esiste più qualcosa di valido per sempre, allora tutto diventa possibile”

La cultura dominante, la società in cui viviamo, “sembra spingerci a distrarci volendo impedirci di pensare”. Oggi “siamo culturalmente assediati, da innumerevoli cose, fatti, emozioni che vogliono cancellare le nostre energie di riflessione, di verifica, di sintesi, e vogliono frammentarci dentro. Siamo distratti da mille stimoli per distrarci dalle cose che contano”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia pronunciata questa mattina, nella cattedrale di San Lorenzo, per la solennità di san Giovanni Battista, patrono dell’arcidiocesi e della città di Genova. Il cardinale Bagnasco ha poi affermato si tratta di “una strategia che non è casuale”. L’obiettivo, infatti, sarebbe di “impedire all’uomo moderno di pensare, di rientrare in se stesso, perché l’umanità sa, nella sua storia, che quando rientriamo nella solitudine e nel silenzio, e ascoltiamo il nostro cuore” questi “ci aprono a una dimensione superiore, alle cose alte, a Dio”. “L’umanità – ha detto il cardinale – oggi è spaesata perché illudendosi che il nuovo sia di per sé migliore del passato, taglia le radici alla ricerca di esperienze, valori, visioni, comportamenti diversi. Ognuno si ritrova norma a se stesso, criterio di bene e di male con l’illusione di essere autonomo mentre è schiavo di sensazioni, passioni, individualismi solitari e ciò giustifica ogni legge. Tale spaesamento genera l’incertezza che si respira nel modo di pensare diffuso: se non esiste più qualcosa di valido per sempre, un ideale nobile per cui vale vivere e sacrificarsi, allora tutto diventa possibile, equivalente, incerto, consegnato all’attimo fuggente o all’ultima sensazione forte”.

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