Brexit: mons. Ambrosio (Comece), per rilanciare l’Ue “recuperare l’identità europea e le sue radici cristiane”

“La questione a mio parere è davvero anche di ordine culturale, cioè ricordare i nostri Padri fondatori… quel desiderio di mettersi insieme, di lavorare insieme” per la pace dopo i disastri delle guerre mondiali. “Credo che davvero sia venuta meno questa ispirazione di fondo con il rischio di fare emergere sempre di più gli aspetti nazionalistici. Quindi vedo questo fatto in modo molto preoccupante, proprio perché anche culturalmente vi è il rischio di un ritornare a una storia che pensavamo fosse già finita”. Mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio e vice presidente Comece (vescovi europei) analizza per Radio vaticana l’edito del referendum inglese. Dopo aver ricordato il dramma dei profughi e la necessità di aprire le porte ai migranti, Ambrosio afferma: “Se l’Europa vuole conservare la sua anima, deve ritrovare la maggiore unità e la maggiore collaborazione al suo interno, e deve aprirsi verso l’esterno. Questa è stata la tradizione europea che rischia di essere purtroppo, anche dal punto di vista culturale, smentita da questi fatti. Dobbiamo costruire ponti e non chiuderci a riccio nel nostro piccolo guscio”.
La Brexit arriva dopo le vittorie di numerosi partiti anti-Unione europea in diversi Paesi: cosa possono fare, secondo lei, i cristiani per provare a limitare queste spinte di disgregazione interne all’Europa? “Innanzitutto, ricordare la storia” e i suoi insegnamenti. “Secondo, recuperare anche la nostra identità europea, perché la cultura europea è sempre stata una cultura fatta da espressioni e distanze le più diverse. E quindi, ritrovare il senso dell’unità anche nelle differenze tra i diversi popoli, tra le diverse culture. E terzo, riprendere quell’anima cristiana che è stata troppo dimenticata e proprio a causa di questa dimenticanza siamo ormai avvolti da una nube da cui non sappiamo come uscire”.

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