Brexit: Keating (Un. Aberdeen), “più profondo il solco tra Inghilterra e Scozia”. Possibile il “divorzio”

(Londra) È il dilemma scozzese: essere o non essere col Regno Unito? “Sì. Noi abbiamo votato due anni fa per rimanere all’interno della Gran Bretagna, ma, in questo ultimo voto sul Brexit, abbiamo scelto di non andarcene dall’Unione europea. Due cose che, oggi, sono chiaramente impossibili insieme”. Michael Keating, docente all’università di Aberdeen, esperto di integrazione comunitaria, dice che “è troppo presto per dire se il leader del partito nazionalista, Nicola Sturgeon, chiederà un altro referendum, per ottenere l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito, ma è probabile che succeda e che, questa volta, la maggioranza nazionalista prevalga”. “Il voto ‘leave’, per lasciare l’Europa, non ha raggiunto, da noi, i più poveri, a differenza di quello che è successo in Inghilterra e Galles”, continua Keating, “perché i meno abbienti si fidano soltanto di politici scozzesi e non amano Westminster”. “Determinante, nella decisione del leader nazionalista scozzese, Nicola Sturgeon, di chiedere un secondo referendum per l’indipendenza, sarà il tipo di governo scelto a Westminster”, secondo Keating. “Perché lo “Scottish National Party” della Sturgeon, “è un partito di sinistra mentre a Londra potrebbe arrivare un nuovo governo, ancora più nazionalista inglese, di quello uscente guidato da David Cameron. In questo caso il divario tra scozzesi e inglesi si allargherebbe e un referendum diventerebbe più probabile”.

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