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(Bruxelles) “È l’inizio della fine dell’Unione europea?”, domanda un cronista a Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nella sala stampa del palazzo Berlaymont, sede dell’Esecutivo a Bruxelles. Juncker alza lo sguardo e risponde: “No”. Poi gira i tacchi e se ne va. Si conclude tra gli applausi – fatto più unico che raro – la conferenza stampa del capo dell’Esecutivo, sceso tra i corrispondenti delle testate internazionali per spiegare i prossimi passi dell’Ue dopo il referendum inglese. E cosa farà ora il motore franco-tedesco? – domanda un altro giornalista? “Dal motore franco-tedesco, come lo chiama lei – risponde Juncker –, mi aspetto una posizione molto chiara, perché è evidente che l’incertezza nella quale ci troviamo non durerà a lungo”, “dobbiamo accelerare i negoziati” per il dopo-Brexit. Sono ore intense nelle sedi dell’Ue: si accavallano le dichiarazioni dei responsabili delle istituzioni comuni e degli eurodeputati. Il Parlamento europeo dovrebbe riunirsi in plenaria straordinaria martedì 28 giugno, in mattinata; poi, a seguire, la riunione dei capi di Stato e di governo dell’Unione nel Consiglio europeo.