Giovedì Santo: Cescon (“Il Popolo”), “diminuendo il peso delle religioni sarà un’Europa senz’anima”

“Un laicismo europeo ritiene che solo diminuendo il peso delle religioni, causa di conflitti perenni, si potrà costruire un’Europa davvero unita. Ma senza un’anima”. Lo scrive Bruno Cescon, direttore de “Il Popolo”, nell’editoriale pubblicato sull’ultimo numero del settimanale della diocesi di Concordia-Pordenone riguardo alla decisione della Regione Friuli di escludere il Giovedì santo dalla pausa pasquale, facendo iniziare le vacanze un giorno dopo rispetto al passato. Secondo Cescon, “la Regione ha partorito una novità importantissima, perché i nostri ragazzi siano preparati per affrontare la società dei bit, di internet, lontana dal Giovedì santo”. “Vuole probabilmente dare un esempio di lungimiranza”, afferma, chiedendosi sarcasticamente: “Che servono quelle piccole tradizioni, come il presepe, portatrici nel tempo dei piccoli e grandi valori? Forse che aumentano il Pil? E allora buttiamole a mare. Anzi defogliamo il nostro calendario, togliendo di volta in volta una festa, una tradizione”. “Giovedì santo, è parte di progetti di laicismo assoluto. Come ammodernare la scuola, se non partendo dalle resistenze che la religione cristiana rappresenta? Insomma, i figli vanno protetti ed emancipati”, aggiunge il direttore, per il quale “la banalità espressa dall’intervento sul giovedì si unisce ad altri suggerimenti di quel genere. Ad esempio si critica il fatto della conta degli anni a partire da prima e dopo di Cristo”. Preoccupato dalla spogliazione di tempo e territorio dai segni cristiani, Cescon afferma che “sembra che non i popoli dei migranti che giungono da noi debbano integrarsi nella nostra cultura, ma che noi italiani dobbiamo integrarci con i musulmani che difendono la loro identità a forza di costruzione di moschee o centri islamici”. “Ai laici un’unica soluzione per evitare che la conoscenza del cristianesimo penetri nelle teste giovani”, conclude Cscon: “cominciare a coprire tutte le cattedrali. E concretamente escludere i bambini e i ragazzi della scuola dalla visita ai musei o alle chiese”.

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