Ue-Regno Unito: Gestri (Iai), “Brexit, pericolosissima incertezza”. Divorzio britannico “molto costoso”

“Dentro o fuori: è la settimana della verità per il futuro della Gran Bretagna e dell’Ue. Dopo la pausa per l’assassinio della deputata laburista Jo Cox, la campagna elettorale riprende a ritmi frenetici in vista del voto di giovedì. Gli ultimi sondaggi danno il ‘Remain’ in ripresa, ma i mercati continuano a tremare: che cosa accadrebbe all’economia europea in caso di Brexit?”. Se lo chiede la rivista on line “Affari internazionali” (dello Iai, Istituto affari internazionali di Roma), nel quale appare un articolo di Marco Gestri, professore di diritto internazionale nell’Università di Modena e Reggio Emilia e nella Johns Hopkins University sulle possibili relazioni tra Londra e i 27 dopo l’eventuale divorzio dall’Ue. “David Cameron ha dichiarato di fronte al Parlamento che il risultato del referendum del 23 giugno sarà definitivo e che, in caso di vittoria del fronte Brexit, attiverà la procedura prevista dall’art. 50 del Trattato sull’Ue – vi si legge –. Che cosa comporterebbe tale processo?”. Ebbene, il Trattato di Lisbona “ha per la prima volta previsto, all’art. 50 Tue, che uno Stato membro possa recedere dall’Ue. Prima del 2009 molti consideravano l’appartenenza all’Unione un ‘fatto irreversibile’”. Di fatto la complessa procedura, spiegata dallo studioso, prevede dei negoziati della durata di due anni, e prorogabili, per definire i successivi rapporti tra lo Stato che lascia la “casa comune” e la stessa Ue.
Per l’Ue l’accordo “è negoziato dalla Commissione, sulla base di orientamenti definiti dal Consiglio europeo” e concluso dal Consiglio stesso, che decide “a maggioranza qualificata (almeno 20 Stati a favore, rappresentanti il 65% della popolazione), previa approvazione del Parlamento europeo. Una volta stipulato l’accordo, i trattati Ue cessano di applicarsi allo Stato interessato”. In caso non si giungesse a un accordo si arriverebbe alla cosiddetta “uscita al buio”, che tutti gli esperti indicano necessario scongiurare per evitare ancor più pesanti ricadute sul piano economico e giuridico. Diversamente – sempre nel caso vincesse il Brexit – il Regno Unito potrebbe negoziare un accordo bilaterale con l’Ue, come quello con la Svizzera, oppure “un semplice accordo di libero commercio”, come quello con il Canada. Gestri conclude: “Tutti gli scenari appena descritti comportano problemi e una pericolosissima incertezza. Anche per l’Ue e gli Stati membri l’uscita del Regno Unito risulterebbe molto ‘costosa’, altresì in termini politici. Il pragmatismo britannico rappresenta spesso l’ultimo baluardo rispetto a politiche europee che, in alcuni settori chiave (lotta al terrorismo, controllo dell’immigrazione), sembrano distaccarsi dalla realtà dei fatti”.

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