Diocesi: mons. Nosiglia (Torino), “abbiamo bisogno di un salto nella fraternità”

“Il maggiore ostacolo sulla via di ciò che chiamiamo città fraterna è l’individualismo, in tutte le sue declinazioni: è il pensarsi ‘da soli’ e autosufficienti che ci impedisce quel ‘salto nella fraternità’ di cui abbiamo bisogno”. Lo scrive l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, nella lettera alla città “Mio fratello abita qui” presentata oggi a Torino. Per l’arcivescovo “dobbiamo perseguire, con pazienza e tenacia, la via della dimensione comunitaria della vita”, iniziando dalla famiglia che “è il primo luogo in cui si costruisce il capitale umano” anche perché è portatrice di “uno stile che favorisce l’inclusione di chi ne fa parte, e non l’esclusione”. Secondo mons. Nosiglia, “c’è bisogno di più ‘luce’ sulla famiglia: una maggiore attenzione – economica, politica e mediatica – non solo dalle istituzioni, ma da parte di tutti i soggetti sociali”. L’arcivescovo lancia anche un appello, invitando “le famiglie che hanno un lavoro e una casa a unirsi ad altre per farsi carico di quelle che ne sono prive, siano italiane o immigrate, promuovendo un sostegno di vicinanza”. Ci sono poi i giovani, un “capitale umano che dobbiamo avere il coraggio di coltivare con più profonda attenzione”. “Non possiamo accettare senza reagire con vigore di fronte al fatto che Torino abbia di gran lunga il più alto tasso di disoccupazione giovanile”, ammonisce l’arcivescovo, per il quale questo “è un triste e inaccettabile primato di cui la città non aveva mai sofferto”. Inoltre va combattuto “l’isolamento dei giovani dentro un loro mondo”, fronte sul quale “come Chiesa siamo impegnati in prima fila per realizzare una alleanza educativa e generazionale”. Infine i poveri, che “siamo noi” perché “il cambiamento ha impoverito e continua a impoverire tutti i nostri ambienti di vita”. “Non potremo mai accettare l’idea di una città ‘divisa’ – una dei benestanti e una dei poveri, una a galla e l’altra sott’acqua”, avverte mons. Nosiglia. “Torino ha in sé tutte le potenzialità per realizzare e portare a sviluppo un percorso di vera fraternità”, conclude l’arcivescovo, invitando “a scegliere la fraternità come strada dello sviluppo di questa Città”.

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