Cardinale Braz de Aviz: “Essere uniti nella campagna contro la tratta è un’azione di profondo amore alla vita”

“Questa campagna contro la tratta è una di quelle iniziative che si pongono al livello delle azioni più profonde di amore alla vita”. Lo ha detto oggi a Roma il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione, presso la Radio Vaticana, della campagna contro la tratta e lo sfruttamento sessuale “Gioca a favore della vita” lanciata a poche settimane dalle Olimpiadi di Rio. La campagna è stata già avviata lo scorso 31 maggio in Brasile dalla rete brasiliana delle religiose contro la tratta di persone “Um Grito pela Vida”, scegliendo lo stesso slogan utilizzato durante la coppa del mondo di calcio Brasile 2014. “Ho partecipato anche due anni fa al lancio della campagna”, ha ricordato Braz de Aviz , affermando che in quell’occasione l’iniziativa ha contribuito a un aumento del 42% delle denunce di sfruttamento sessuale di bambini ed adolescenti. “E’ bello vedervi qua” ha detto quindi ai campioni olimpici italiani presenti oggi alla conferenza stampa: la tennista Mara Santangelo, la velista Alessandra Sensini e il nuotatore Massimiliano Rosolino. Dal porporato l’invito a “mettersi in rete, camminare insieme. Anche correndo rischi, quando ci si impegna per difendere la vita degli altri questo dà molta speranza. Durante i grandi eventi si muovono queste dinamiche, spesso nascoste. Vedere che ci sono persone che non rimangono indifferenti ma iniziano a lavorare insieme è molto buono per il superamento di tanti problemi. E in questo impegno per il bene non c’è distinzione di colore di sesso o nazionalità, la difesa della vita è un valore evangelico ma anche un valore concreto che possiamo vivere con gli altri”. L’11 luglio il cardinale ha annunciato che sarà a Brasilia, all’incontro della Conferenza dei religiosi del Brasile che fin dall’inizio sostiene la campagna: “Probabilmente parleremo anche di questo. Prendiamo coscienza che il problema esiste, è grave, ma insieme si può fare qualcosa”.

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