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Francia: Vescovi francesi sulle elezioni 2017. “Non cedere al fatalismo”

Un invito rivolto ai francesi perché non cadano nel “fatalismo”. A lanciarlo sono i vescovi della Francia in una dichiarazione diffusa questa mattina dal Consiglio permanente che ad un anno dalle elezioni presidenziali del 2017 dedicano una serie di riflessioni, suddivise in 7 punti, sull’importante appuntamento politico. “Di fronte alle sfide che interpellano la nostra società, il rischio principale sarebbe quello di rinunciare a lottare per il futuro e cedere alla tentazione del fatalismo. Troppi nostri concittadini – scrivono i vescovi – sono arrivati a credere che la situazione è bloccata e che nessuno sia capace di sbloccarla. Le risorse del nostro Paese –  economiche, umane, culturali e spirituali – ci permettono di rifiutare questo fatalismo. Esse impegnano piuttosto ciascuno e ciascuna ad esercitare il proprio discernimento e la propria responsabilità per il bene comune”. Il “documento” passa in rassegna le 7 sfide del Paese. Al primo punto i vescovi mettono la democrazia e la violenza e richiamano subito i protagonisti della prossima tornata elettorale a non dare “valore eccessivo alla polemica e alla denuncia” in una campagna elettorale che dovrà evitare i rischi di creare ulteriori “tensioni identitarie”. Al secondo posto i vescovi chiedono  quale “progetto di società” i candidati vogliono perseguire. Ed avvertono: “la qualità umana di una società si giudica nel modo in cui essa tratta i più deboli dei suoi membri: coloro che sono lasciati ai bordi del cammino della prosperità, le persone anziane, i malati, per persone portatrici di handicap. Non possiamo essere indifferenti di fronte alle vittime della nostra società. Siamo tutti responsabili del rispetto di ogni vita umana dal suo inizio alla sua fine”. Nel paragrafo 3 relativo al “patto educativo” i vescovi chiedono di non indebolire le “famiglie” come purtroppo stanno facendo le recenti disposizioni di legge che “confondono la filiazione” o “favoriscono il divorzio”. Al punto 4 sulla “solidarietà” i vescovi parlano del lavoro, alla luce della nuova legge che regola il mercato del lavoro. Ed affermano: “Lo Stato deve gestire positivamente l’equilibrio tra liberalismo senza controllo e la salvaguardia dei meccanismi di protezione sociale (assicurazione malattia, pensione, disoccupazione, ecc.). I paragrafi 5 e 6 sono legati tra loro: si parla di migrazioni (“è tollerabile – chiedono i vescovi – che migliaia di uomini, donne e bambini vivano sul nostro territorio in condizioni troppo spesso disumane?”) e di Europa, perché – si legge ancora nel documento – “siamo ben consapevoli che da sola la Francia non può risolvere situazioni così drammatiche”. Infine il tema dell’ambiente ricordando ai candidati che tutti siamo “responsabili della casa comune”.

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