“Nessuna istituzione ha il diritto di cambiare una decisione pan-ortodossa”. È stata decisa la convocazione a Creta di “un Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa” e pertanto “questo è il nome di questo incontro”. Risponde così, senza esitazione, l’arcivescovo di Telmessos, Job, rappresentante del Patriarcato ecumenico al Consiglio mondiale delle Chiese nonché membro della rappresentanza del Patriarcato ecumenico al Concilio pan-ortodosso. Lo ha detto ai giornalisti che oggi in un briefing gli hanno chiesto se l’assenza di 4 Chiese al Concilio di Creta, rappresentanti di 170 milioni di fedeli, potesse in qualche modo delegittimare il ricorso al termine “Concilio”. Venerdì scorso, il patriarca russo ha descritto la convocazione di Creta come un incontro, non un consiglio. “Io non sono un portavoce della Chiesa ortodossa russa e quindi non posso spiegare la loro posizione. Quello che posso dire è che i primati questa mattina hanno espresso la loro gioia per questo evento che da tempo stiamo attendendo e abbiamo finalmente realizzato per discutere le questioni che ci stanno a cuore”. “Molti – ha poi aggiunto l’arcivescovo – hanno espresso la loro speranza che questo Concilio possa essere seguito non solo da una sua ricezione da tutto il mondo ortodosso, ma anche che diventi una nuova istituzione che si riunisce in maniera regolare”. Riguardo poi all’assenza delle 4 Chiese l’arcivescovo ha ricordato che in passato, per esempio nel 1872, fu convocato un Concilio pan-ortodosso al quale non parteciparono le chiese di Russia e Bulgaria. “Ci auguriamo – ha quindi concluso – che questo Santo e Grande Concilio dia inizio a un nuovo processo della Chiesa ortodossa”. Alla domande se nell’agenda dei lavori conciliari ci sia la questione ucraina, l’arcivescovo ha risposto: “La sinassi dei primati che ha avuto luogo a Ginevra ha messo a punto l’agenda del Concilio. La questione ucraina non è in agenda”.