Cardinale Parolin: Messa a Leopoli, no a “ricchezza di pochi” e “povertà di molti”, anche la Chiesa può “fare sfoggio”

“La ricchezza di pochi e la povertà di molti è una delle grandi difficoltà in cui versa l’umanità, e anche il vostro Paese”. Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, durante la Messa celebrata oggi a Leopoli, nel corso della visita ufficiale in Ucraina. “Non si possono servire due padroni: Dio e la ricchezza, perché tutto appartiene a Dio”, che “ha creato l’universo come dono d’amore per tutti”: la ricchezza, ha spiegato Parolin, “è l’attaccamento alle cose, l’illusione di diventare immortali attraverso il potere o il denaro”. “Non ci si scandalizza più della violenza oggettiva che sta nel fatto di aver sottratto i beni degli altri per farli propri”, ha ammonito il porporato: “Anzi, si può arrivare a considerare questo come una benedizione divina, e a compiere gesti di beneficenza per mostrare di essere, al contrario, buoni e generosi, magari anche timorati di Dio”. “E noi credenti, e le nostre istituzioni – la denuncia – a volte fanno a gara per impossessarsi dei beni di questi ricchi. Li onorano come benefattori, li portano con sé, li sostengono nei loro desideri, talvolta li indicano come modelli, perché hanno aiutato la Chiesa col loro denaro”. “Anche le Chiese possono fare sfoggio di ricchezza, in modo così brutale e volgare da offendere profondamente le coscienze”, l’altra denuncia di Parolin: “Possiamo arrivare non solo a farci amici dei potenti, ma ad ostentare noi stessi, chiamati a responsabilità nella Chiesa, ricchezze, beni di lusso, abitudini costose e morbosamente esibizioniste”.

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