Il 20 giugno ricorre la Giornata internazionale del rifugiato, e il Comitato Art.2, che a Ventimiglia riunisce volontari, cittadini e associazioni che sostengono il campo portato avanti dalla Caritas presso la chiesa delle Gianchette, interviene sull’emergenza profughi affermando la necessità della revisione del Trattato di Dublino e della politica di accoglienza in Italia. “A Ventimiglia – si legge in un comunicato – tutti hanno la possibilità di vedere con i loro occhi e toccare con le loro mani le fatiche di tutti coloro che si sono messi in viaggio, in fuga da guerre, persecuzioni e ingiustizie di vario tipo, alla ricerca di pace, lavoro, studio”, ma “le leggi che dovrebbero proteggere e aiutare chi è debole”, come il Trattato di Dublino 3 (firmato anche dal Governo italiano), obbligano “di fatto i migranti a restare nel primo paese d’approdo in Europa, nel nostro caso in Italia. Quasi nessuno di chi arriva a Ventimiglia ed è passato o passa dal campo presso la chiesa delle Gianchette ha alcuna intenzione di stare in Italia. Però, si trova bloccato alla frontiera. E allora si crea quella che viene chiamata l’emergenza umanitaria, di certo non voluta da chi è in viaggio”. Lo Stato italiano, denuncia il Comitato, “attraverso la sua Polizia rimanda forzatamente al Sud e anche in altre località un certo numero al giorno di migranti, ora 50, ora 80 con il picco di 200 alcuni giorni orsono”. “Trasferimenti forzati” nonostante i quali “dopo pochi giorni molti ragazzi, magari lamentando metodi di identificazione violenti”, ritornano a Ventimiglia. “Le testimonianze di questo ping – pong si moltiplicano e sempre riportano alla questione ‘politica’ ossia alla necessità della revisione del Trattato di Dublino e della politica di accoglienza in Italia”. Di qui le iniziative presso il campo delle Gianchette, il 20 giugno, “per leggere insieme, residenti e profughi/migranti la storia che passa”.