Giornata rifugiato: Zagrebelsky (giurista), “è pura ipocrisia negare l’asilo ai migranti economici”

“E’ una pura ipocrisia fare una distinzione tra migranti per motivi umanitari e migranti economici. Come se, di fronte alle masse che si spostano, i motivi economici non fossero umanitari”. Lo ha affermato ieri sera a Roma Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale, durante il colloquio sulle migrazioni alla Pontificia Università Gregoriana, organizzato dal Centro Astalli in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno prossimo. Per l’occasione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visiterà la sede di accoglienza San Saba del Centro Astalli, dove sono ospitati 30 uomini richiedenti asilo e rifugiati. Ad attenderlo, all’esterno della struttura, altri 200 rifugiati. “Prima di parlare come giurista – ha precisato Zagrebelsky – dobbiamo parlare della comune umanità. Il diritto pubblico lo abbiamo costruito nel corso degli ultimi secoli sulla base delle nazionalità, i confini degli Stati e l’appartenenza agli Stati, su una idea violenta che ci sia una casa mia che non è degli altri”. Anche il diritto d’asilo, ha puntualizzato, era stato pensato (con la Convenzione di Ginevra del 1951) in una “logica totalmente diversa, come diritto individuale: una persona perseguitata per ragioni politiche, etniche, fugge dal suo governo e cerca protezione in un altro luogo”. Oggi, invece, “siamo di fronte a fenomeno completamente diverso: si parla di migranti forzati, categoria che comprende tutte le cause della forzatura, politiche, sociali, economiche, ecologiche”. Perciò “le migrazioni di massa travolgono l’idea stessa di confine se ci si sposta per tanti motivi costringenti”. “Non c’è alcuna ragione di rifiutare l’asilo a quelli che si spostano per ragioni economiche – ha affermato il giurista -. È una ipocrisia un discorso del genere di fronte alle migliaia di persone che arrivano in Europa. Ed è pura ipocrisia pensare di fare verifiche attendibili. Le verifiche sono solo ostacoli burocratici per tenere le persone nei centri di accoglienza”.

 

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