“Questa è l’ora dei nonni!”. Lo ha esclamato il Papa, in una delle tante aggiunte a braccio al suo discorso  rivolto alla diocesi di Roma, questa sera nella basilica di San Giovanni in Laterano. Dopo l’intenso discorso di mezz’ora – in cui aveva definito, tra l’altro, scartare gli anziani “un peccato sociale” –  Francesco ha dedicato altri quarantacinque minuti circa a rispondere a tre domande portegli da alcuni fedeli, un sacerdote e due laici. “Abbiamo bisogno dei sogni dei nonni: la salvezza viene di qua”, la proposta del Papa: “Non a caso Gesù al tempio è stato ricevuto da due nonni che avevano raccontato i loro sogni”. “Questa è l’ora che i nonni devono sognare, dobbiamo spingerli a sognare, loro si sentono scartati quando non disprezzati”, la consegna di Francesco. “A noi piace nei programmi pastorali dire: ‘questa è l’ora…questa è l’ora”, ha scherzato subito dopo. “Ma lei, padre, lei va indietro, lei è preconciliare”, la possibile obiezione: “È l’ora che i nonni sognano”, la controproposta di Francesco: “E i giovani impareranno a profetizzare, cioè a fare realtà, con la loro forza, la loro immaginazione, il loro lavoro”.