Papa Francesco: a convegno diocesano, è “crudeltà pastorale” non battezzare i bambini di una ragazza madre

“È crudeltà pastorale non voler battezzare i bambini di una ragazza madre”. Lo ha detto il Papa, rispondendo alla domanda che gli ha posto don Giampiero Palmieri, parroco di San Frumenzio, al termine del suo discorso di apertura del convegno ecclesiale diocesano di Roma. “Noi abbiamo paura della libertà, anche pastorale”, ha ammonito Francesco consegnando ai fedeli un imperativo: “Rischia!”. No, allora, alla “pastorale delle mani pulite”, quella del fariseo, per la quale “tutto è pulito, tutto a posto, tutto molto bello, ma fuori quanta miseria, quanto dolore, quanta mancanza di opportunità di sviluppo”. “Oggi l’ Italia ha un calo delle nascite terribile, credo sottozero”, ha ricordato il Papa, secondo il quale tutto ciò è cominciato a causa dell’individualismo, che “ha tanti nomi” ma la cui “radice” è “egoistica”, e per il “maledetto benessere” che – ha proseguito precisando di non voler “offendere gli animalisti” – porta a “preferire di avere due o tre gatti, un cane, invece di un figlio, perché fare un figlio e poi portarlo avanti non è facile”. Il figlio, ha spiegato Francesco, “è una persona che diventa libera: il cane e il gatto ti danno l’affetto, ma un affetto programmato, fino a un certo punto”. Quanto all’espressione “famiglia allargata” adoperata nell’Amoris Laetitia, il Papa ha spiegato che “è vero, è una parola che non sempre suona bene, a seconda delle culture: l’esortazione io l’ho scritta in spagnolo”. Per precisarne l’accezione esatta, Francesco ha citato un ambasciatore, ricevuto di recente per la presentazione delle lettere credenziali, che oltre che dalla moglie era accompagnato dalla donna delle pulizie: “Questa è famiglia allargata – ha commentato – era una donna sola, che stava in quella famiglia da tanti anni”. L’antidoto all’individualismo per Bergoglio è la tenerezza, che è “abbassarsi”, come quando gli adulti mimano il linguaggio dei loro bambini: “Dio si è abbassato e ha parlato con la nostra lingua, con i nostri gesti. Con questo atteggiamento le famiglie crescono”.

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