Cardinale Scola: oggi “separazione tra salute e salvezza” e cura intesa solo come “atto clinico”

“Con la modernità” si è andata configurando “la separazione tra salute e salvezza e ha preso peso la considerazione della cura come puro atto clinico, a scapito dell’arte terapeutica in essa implicata”. Lo ha detto il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori, intervenuto questo pomeriggio all’inaugurazione a Roma della Villetta della misericordia, centro di accoglienza per le persone senza fissa dimora realizzato per iniziativa della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, dell’Istituto Toniolo, dell’Università cattolica del Sacro Cuore e della Comunità di Sant’Egidio. “Mentre in altri settori dell’umana convivenza il criterio economico dell’utilizzo del minimo di risorse per rispondere al maggior numero di bisogni può essere quasi sempre applicato”, ha osservato Scola, “in quello della salute” esso, “di per sé solo, risulta inadeguato e può addirittura diventare nocivo”. “Il dato dell’esperienza è lì a dimostrare l’obiettiva difficoltà ad attenersi a questa valutazione puramente tecnico-economica” che rischia di sottomettere “la salute all’economia”.  Di qui l’interrogativo: “Come superare, allora, questa aporia che oggi sembra caratterizzare l’organizzazione della sanità a livello globale? Come salvare il bisogno integrale di salute espressione di quella di salvezza senza cadere in titanismi utopici, ma anche senza portare offese intrinsecamente lesive della dignità di ogni singolo essere umano dal concepimento alla morte?”.

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