Strage Orlando: Faggioli (storico), “batte tutte le stragi precedenti”. “Molti fattori in gioco”

“La strage di Orlando batte tutti i record nella lunga storia dei ‘mass shootings’ negli Stati Uniti. Batte anche tutte le stragi precedenti perché il fattore delle libera circolazione delle armi da fuoco ha moltiplicato gli altri fattori in gioco: quello omofobo, quello del radicalismo islamico, e quello dell’integrazione dell’immigrazione”. Lo afferma Massimo Faggioli, storico e teologo, docente ordinario nel dipartimento di “Theology and Religious Studies” alla Villanova University (Philadelphia), commentando quando avvenuto a Orlando nella notte tra sabato e domenica, quando un americano di 29 anni, Omar Mateen, nato a New York ma di origini afgane, armato con un fucile d’assalto, ha aperto il fuoco in un locale gay uccidendo 49 persone e ferendone 53. In questa strage, sottolinea Faggioli, “s’intrecciano molti elementi” e “il modo di analizzarli varia di molto a seconda di chi li analizza in questa lunga vigilia pre-elettorale. L’estate 2016 vedrà le convention dei due partiti incoronare i candidati alla Casa Bianca, e la strage di Orlando avrà un peso, specialmente per la strumentalizzazione senza precedenti da parte di Trump”. Per lo storico, “è una strage che non sorprende l’America, ormai abituata a questa violenza senza pari in altri Paesi civili in cui non è in corso una guerra. Ma coglie l’America in un momento di passaggio e di transizione politica ed ecclesiale. Dal punto di vista politico, la presidenza Obama volge alla fine: un presidente che ha inaugurato una nuova fase della storia politica americana, ma al costo di una delegittimazione fin dall’inizio – fin da prima che il mandato iniziasse nel gennaio 2009 – da quelli che ora si rivolgono a Donald Trump”. Dal punto di vista ecclesiale – l’analisi di Faggioli -, “la Chiesa cattolica negli Stati Uniti non ha una guida riconosciuta e visibile, ed è divisa nel recepire o non recepire il magistero di papa Francesco. La Chiesa cattolica negli Usa condivide parte delle responsabilità per avere ignorato la questione omosessuale e per aver taciuto per troppo tempo sulla questione delle armi (si ricordi su entrambe queste questioni il ruolo del giudice costituzionale Antonin Scalia, nome tutelare del cattolicesimo tradizionalista negli Usa, recentemente deceduto). Si contano sulle dita di una mano i vescovi che hanno menzionato esplicitamente la comunità gay come vittima della strage”. Per questo, lo storico conclude: “Se la strage di Orlando non cambierà le leggi sulle armi, forse cambierà la coscienza della Chiesa americana e renderà visibile” la presenza gay come “parte integrante della Chiesa, senza se e senza ma”.

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