Libia: Gentiloni (ministro Esteri), “passi in avanti ma scommessa non è ancora vinta”

“Sarebbe imprudente considerare la Libia come una scommessa vinta. Sono stati fatti passi avanti ma ci sono ancora contraddizioni, problemi aperti e  rischi di passi indietro. C’è la consapevolezza che la situazione potrebbe tornare ad essere precaria”. Per l’Italia, più degli altri Paesi, “l’unità della Libia sta davvero a cuore, ed è questo il momento di tentare uno sforzo diplomatico per una intesa con le forze del generale Aftar” a vantaggio del governo Serraj appoggiato dalla comunità internazionale. E’ questa la posizione del governo italiano illustrata oggi a Roma dal ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni, durante l’incontro “Crisi in Libia. Una mappa per uscirne”, organizzato dall’Istituto affari internazionali. “E’ un mosaico molto complicato da rimettere insieme – ha ammesso Gentiloni -. Il bandolo della matassa è è il sostegno alla stabilizzazione del governo Serraj e la costruzione del consenso internazionale”. Attualmente il nuovo governo, che si è insediato 75 giorni fa, “ha preso possesso di 8 ministeri a Tripoli – ha spiegato Gentiloni -. Questo ha innescato dinamiche bilaterali, anche con l’Italia. A Tripoli la situazione appare calma. Salvo eccezioni, non ci sono stati particolari episodi di violenza e sono stati fatti passi in avanti nella collaborazione con gli enti petroliferi. E’ stata istituita la Guardia presidenziale, anche se il percorso è lento, perché è importante che sia esentata dall’embargo sulle armi”. Da parte del primo ministro Serraj sono arrivate intanto due richieste indirizzate all’Ue: “aggiungere due compiti alla missione navale europea: addestramento in alto mare della guardia costiera libica e collaborazione nel controllo delle violazioni dell’embargo”.

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