Euro 2016: hooligans a Marsiglia, padre Zilio (Scalabriniani), “l’odio non avrà l’ultima parola”

Marsiglia: padre Renato Zilio, missionario scalabriniano

“Il cuore di Marsiglia, il vieux port, è ritornato a battere. È ritornata la calma dopo ‘une guerre sans armes’, come è stata definita qui dai giornali. Pur rimanendo nella mente gli episodi di violenza, uno choc per una città che da qualche anno cerca in ogni modo di curare il suo aspetto turistico”. Padre Renato Zilio, scalabriniano, svolge il suo ministero nella città portuale francese, devastata dagli hooligans inglesi, russi e da altri pseudo-tifosi senza scrupoli. Certo le violenze vissute “hanno fatto dimenticare la divisa dell’Uefa, il rispetto”, titolava ieri la “Provence”. Alla Cimade (Comité Intermouvement auprès des Evacués, storica associazione di solidarietà) “come ogni lunedì viene imbastito un tempo di scambio e dialogo tra una ventina di emigranti dall’Albania, alla Tunisia, all’Iraq, che si rivolgono qui per i loro documenti. Si parla oggi dell’avvenimento. Qualcuno – riferisce il religioso – nota il bel clima esistente prima di un atto provocatorio, quando una bandiera russa viene bruciata, scatenando l’inferno… L’eccesso di alcool insieme a certi stili di vita violenta producono l’imprevedibile, nota qualcun altro”. Il racconto al Sir di padre Renato, che assieme ad altri religiosi opera in una delle zone più povere e multietniche della città, svela alcuni retroscena della guerriglia di questi giorni, che non ha nulla a che vedere con lo spirito sportivo degli Europei di calcio.
“Altri hanno ricordato che un marsigliese allena una squadra di uomini e una squadra di donne in Palestina. E quando un gioco rimane un vero gioco, così si costruisce umanità”. “Così l’Euro diventa una festa”, come ha dichiarato Jean Claude Gaudin, il sindaco di Marsiglia, in un suo comunicato. Padre Zilio riprende: “Un avvenimento interculturale come questo per l’Europa ricorda come siamo chiamati a vivere insieme. Infatti ieri un immigrato albanese nella sede della Cimade raccontava che ‘siamo tutti marseillais’, guardandosi attorno tra tante nazionalità diverse. Sentire ciò fa tenerezza, ma indica pure l’avvenire. In un certo senso – è il messaggio di Zilio – corrisponde anche al tessuto di questa città di mare, fatta dalle sue origini di ondate di emigranti greci, armeni, senegalesi, algerini, italiani…”. Infine: “Quando la società fa della violenza un gioco e del gioco una violenza regredisce nel passato, attenta all’umanità stessa dell’uomo. Ma lo sappiamo, l’odio non avrà l’ultima parola”.

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