“Il ‘volto’ di Dio che cammina con l’umanità è Cristo”. Lo ha sottolineato ieri sera il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, nella sua prolusione che ha aperto il convegno diocesano sul tema “Accompagnamento. Volto di una comunità adulta”. “‘Cercare un volto’ è quello che tutti noi abbiamo fatto sin dal principio della nostra esistenza”, ha osservato Semeraro, per il quale “è proprio nella ricerca del volto, certo lunga e faticosa, che noi costruiamo la nostra capacità di comunicare e di relazionarci con gli altri”. Richiamando le parole di Papa Francesco, il vescovo di Albano ha evidenziato che “nel Gesù-compagno noi troviamo uno stile di accompagnamento, che egli riassume nella parola: umiltà”. “Gesù non è un compagno da salotto. Egli è come l’arca: in movimento”, ha proseguito, aggiungendo che “Gesù non è un pantofolaio. È piuttosto un camminatore”. Come modello di Gesù che accompagna, mons. Semeraro si è rifatto a san Barnaba e al suo rapporto con Paolo: “Lo integrò nella Chiesa, lo accompagnò all’inizio dell’apostolato, lo lasciò andare per la sua strada”. Nei confronti di Paolo, ha osservato il vescovo, “Barnaba somiglia a un talent scout”. E, ripercorrendo la loro vicenda, ha sottolineato come “ad ogni buon accompagnatore giunge sempre l’ora in cui deve tirarsi da parte”. “Un segno della sua autenticità – ha precisato – è proprio il riconoscere l’ora in cui deve uscire di scena ed entrare in quell’altra fecondità che è quella della solitudine e del silenzio”. Inoltre “l’accompagnatore guarda oltre” come seppe fare Barnaba riguardo a Marco, mentre “Paolo, al contrario, è stato un po’ miope”. Citando ciò che scrisse Jorge Mario Bergoglio nel 1982, mons. Semeraro ha concluso indicando “quanto ogni educatore è chiamato a fare nel suo compito di accompagnamento: percorrere cortili scorgendo praterie, guardare frammenti ma contemplare forme”.