Vescovi Paraguay: dopo incendio in carcere, servono riforma carceraria e rispetto per le condizioni dei detenuti

Un incendio scoppiato nel penitenziario nazionale di Tacumbú ad Asunción (Paraguay), dove vivono 3.445 detenuti ha causato ieri la morte di sei persone: una guardia carceraria e 5 detenuti. I vescovi del Paraguay esprimono in una nota la propria “vicinanza spirituale” alle famiglie delle vittime e al ministro della Giustizia, Carla Bacigalupo. Prosegue il comunicato della Conferenza episcopale (Cep): “Noi crediamo che sia urgente che le autorità competenti si impegnino ad avviare la tanto attesa riforma penitenziaria, in modo che siano rispettati i diritti che i prigionieri hanno come persone umane. La privazione della libertà dovrebbe essere una misura attuata con lo scopo di proteggere la società e, allo stesso tempo, di permettere il pentimento e il riscatto di coloro che hanno commesso reati e crimini. Deploriamo profondamente che per l’incuria e per la mancanza di risorse molti prigionieri vedano aumentata la loro sofferenza e, in questo caso, un gruppo di loro e un dipendente del carcere siano morti nell’incendio”.
Gesù Cristo si è identificato con tutti i prigionieri, innocenti o colpevoli, quindi “come Chiesa dobbiamo imitare il suo amore misericordioso per tutti loro. Notiamo con preoccupazione le condizioni disumane di sovraffollamento e igiene precaria che i detenuti subiscono nel penitenziario Tacumbú e in altre prigioni del Paese. Siamo anche preoccupati di sapere che la maggior parte dei prigionieri non hanno subito una condanna e trascorrono anni in carcere in attesa che il sistema giudiziario completi i processi”.

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