Diocesi: mons. Santoro (Taranto), “i morti sul lavoro non sono dati statistici, ma volti e famiglie”

“Non c’è nulla che valga lo scambio o il rischio della vita, neanche il lavoro. Non si può morire per portare il pane a casa”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, in occasione della celebrazione eucaristica in memoria dei caduti sul lavoro che ha presieduto a Martina Franca. Nell’omelia, pronunciata durante la messa concelebrata dal presidente di Libera don Luigi Ciotti, mons. Santoro ha sottolineato come “ogni anno, il 12 giugno, facciamo ricordo dei fratelli che hanno perso la vita sul luogo di lavoro”. “Purtroppo nella nostra provincia abbiamo registrato negli anni moltissime morti bianche”, ha proseguito l’arcivescovo. “E qui a Martina voglio ricordare, uno per tutti, il caro giovane Alessandro Morricella”. Commentando il brano evangelico, mons. Santoro ha evidenziato che “a Dio, che ci ha donato la vita, sta a cuore la nostra felicità. Egli è attento alle nostre lacrime ed è balsamo per le nostre ferite”. “In questi anni – ha aggiunto – la nostra sensibilità verso il triste fenomeno delle morti bianche è cresciuto perché all’indignazione si è unita l’attività dell’associazione ‘12 Giugno’, che non ci ha parlato solo del sacrosanto diritto alla sicurezza, ma ha mostrato il volto delle famiglie delle vittime, ci ha raccontato storie di rami spezzati”. “Anche noi – ha continuato – ripartendo dal dolore per la perdita dei cari, andiamo riaffermando il primato della dignità dell’uomo sopra ogni cosa e tutto deve concorrere perché questa non venga sacrificata in nome di qualcos’altro”. “Le forti difficoltà economiche del nostro territorio potrebbero indurci ad accontentarci o a rischiare, trascurando le importanti norme di sicurezza che chiedono l’impiego di risorse e di impegno”, ha avvertito mons. Santoro, per il quale “l’appello alla sicurezza non è un giusto ma asettico invito, ma si fa memoria importante per i lavoratori del domani”. “I morti sul lavoro non sono dati statistici – ha ammonito – sono volti e famiglie”. “Affidiamo alla misericordia di Dio i caduti sul lavoro e chiediamo che si ponga fine a queste morti”, ha concluso l’arcivescovo.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy