Santuario Montevergine: “Il Ponte” (Avellino), “da un mese chiusa la strada”. C’è “l’incapacità di risolvere un piccolo problema generando un grande disagio”

È da un mese che il santuario abbazia di Montevergine, uno dei luoghi simbolo della fede e della tradizione culturale irpina, è isolato a causa di un movimento franoso di lieve entità che ha fatto scattare, a seguito di ordinanza sindacale, il divieto assoluto di raggiungere il santuario. A ricordarlo è l’ultimo numero del settimanale diocesano di Avellino, “Il Ponte”, aderente alla Fisc. “Il fatto ha dell’incredibile – denuncia il giornale -: com’è possibile non aver posto in essere con immediatezza le misure necessarie per procedere al ripristino del tratto stradale, sia pedonale che veicolare? Dall’11 maggio si sono succeduti vari incontri in Prefettura senza risolvere nulla: Mamma Schiavona è rimasta senza fedeli proprio nel mese a Lei dedicato. Numerosi i pellegrinaggi saltati a causa dell’interruzione, si lamentano i ristoratori e i titolari delle attività commerciali che hanno registrato ingenti perdite per i mancati introiti”. A parte l’aspetto economico, “Il Ponte” evidenzia “l’incapacità di risolvere un piccolo problema generando un grande disagio. Fra pochi giorni ricorre un altro importante anniversario per il santuario, si tratta della festa di San Guglielmo da Vercelli, fondatore nell’anno 1124 di Montevergine e patrono dell’Irpinia. Il rischio che anche questa importante ricorrenza non possa essere festeggiata in maniera adeguata è molto concreto. La messa in sicurezza è un fattore molto importante, riteniamo tuttavia che l’interruzione del tratto in salita per il santuario sia davvero poca cosa rispetto ai numerosi e reali pericoli presenti in Irpinia e per i quali non registriamo, purtroppo, grande interesse”. Ad esempio, ricorda il settimanale, “ci troviamo in una zona altamente sismica, con un fattore di rischio s=12, il più alto della scala, se del pietrisco sul selciato, oggi, blocca la strada per oltre un mese, cosa accadrebbe in caso di una calamità naturale di entità ben superiori?”.

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