Migranti: Aibi, la testimonianza di una mamma nigeriana, su un barcone per il suo sogno e per la figlia

Una mamma nigeriana sogna di fare la cantante. Per realizzare il suo più grande desiderio ha viaggiato per mesi, attraversato il deserto e sfidato il mare su uno dei tanti barconi della speranza. È sbarcata in Italia nel 2011 a 23 anni, con la sua bambina in grembo, che oggi ha 5 anni, e cerca di rifarsi una vita. È la storia raccontata da chi l’ha vissuta durante la tavola rotonda “Perché partecipare oggi”, organizzata dalla Fondazione Ai.Bi. con Istituto Italiano della Donazione, che si è svolta oggi alle Acli di Milano. “Quando canto – ha raccontato Lucia (sono nomi di fantasia) – mi sento felice, scaccio i cattivi ricordi dalla mia mente e penso al mio futuro qui con la mia piccola Wendy. Lei è nata in Italia e devo essere forte per lei. Ho messo a rischio la mia vita, sofferto la fame e la sete,  per lei: solo per Wendy ho sfidato scafisti e trafficanti solo per darle una possibilità. Non so se tornerò mai in Nigeria e quando sento dei tanti barconi che continuano ad arrivare in Italia, penso a quanto ho sofferto io: e li capisco”. Tra i relatori Giuseppe Salomoni, presidente della Fondazione Ai.Bi., il regista Daniele Vica, Massimo Ciampa di Mediafriends Onlus.

 

 

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