Cardinale Bagnasco: l’astensionismo “un gravissimo segnale perché indica una disgregazione di tipo sociale”

L’astensionismo è un segnale “gravissimo perché indica disgregazione sociale” e la diminuzione dell’affluenza al voto è “un dato pessimo”, che “ci deve preccupare”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, commentando il risultato delle elezioni amministrative. L’astensionismo, ha detto ancora il cardinale, è “l’indice che la gente si sente sempre meno partecipe e questo è un dato pessimo, un indicatore che ci deve preoccupare, ci deve fare riflettere e passare a politiche e a una cultura diversa di integrazione, partecipazione reale, non fittizia, di incoraggiamento alla partecipazione, non demagogica ma reale”. Per il cardinale, infatti, “se cresce il senso della non appartenenza a una città, a un paese, a un territorio, a una nazione, alla politica in senso ampio, vuol dire che è un Paese che si sfalda per cui sempre di più la gente si ritira in se stessa, nelle proprie isolette di sicurezza, affettività, benessere per quanto possibile, si trincera, si ritira sempre di più e questo vuol dire sfaldare un tessuto sociale che è la base di uno Stato”. Il porporato ha poi proseguito affermando che l’astensionismo è “un gravissimo segnale perché indica una disgregazione di tipo sociale ma indica anche una disaffezione alla politica che invece, nella dottrina sociale della Chiesa e nella cultura cristiana, in modo particolare ma non solo, è sempre stato un valore alto, importante, indispensabile, necessario, di grande valore a cui il popolo dovrebbe poter guardare con fiducia e quindi con partecipazione, con desiderio di partecipare, di fare le proprie scelte”. “Avere un senso crescente di disaffezione, di sfiducia verso la politica non è bello – ha concluso – ed è un grande disvalore, un grande impoverimento per la società perché la politica in senso alto è un grande servizio. Paolo VI diceva che è una delle forme più alte di carità”.

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