Papa Francesco: Premio Carlo Magno, no a “ritocchi cosmetici”, serve “solidarietà di fatto” per “costruire ponti e abbattere i muri”

“Proprio ora, in questo nostro mondo dilaniato e ferito, occorre ritornare a quella solidarietà di fatto, alla stessa generosità concreta che seguì il secondo conflitto mondiale, perché la pace mondiale non potrà essere salvaguardata senza sforzi creatori che siano all’altezza dei pericoli che la minacciano”. È la ricetta del Papa per l’Europa, sulla scorta dell’audacia di uno dei suoi padri fondatori, Robert Schuman. “I progetti dei Padri fondatori, araldi della pace e profeti dell’avvenire, non sono superati”, ha ammonito Francesco nel discorso per il conferimento del Premio Carlo Magno: “Ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate”. Da Alcide De Gasperi il Papa ha mutuato lo stile da adottare per “aggiornare” l’Europa: “Tutti egualmente animati dalla preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra Patria Europa, ricominciare, senza paura un lavoro costruttivo che esige tutti i nostri sforzi di paziente e lunga cooperazione”. Solo questa “trasfusione della memoria”, dunque, “ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di aggiornare l’idea di Europa”.

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