Papa Francesco: Premio Carlo Magno, “aggiornare” l’Europa con una “trasfusione di memoria”

Per “aggiornare l’Europa”, serve “una trasfusione di memoria”. Nel discorso pronunciato per il conferimento del Premio Carlo Magno, il Papa ha messo in circuito virtuoso il passato e il presente del nostro Continente. Citando Elie Wiesel, lo scrittore sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, ha teorizzato che oggi “è necessario fare memoria, prendere un po’ di distanza dal presente per ascoltare la voce dei nostri antenati”. La memoria, ha spiegato Francesco, “non solo ci permetterà di non commettere gli stessi errori del passato, ma ci darà accesso a quelle acquisizioni che hanno aiutato i nostri popoli ad attraversare positivamente gli incroci storici che andavano incontrando”. “La trasfusione della memoria – la tesi del Papa – ci libera da quella tendenza attuale spesso più attraente di fabbricare in fretta sulle sabbie mobili dei risultati immediati che potrebbero produrre una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana”. L’esempio da seguire è quello dei padri fondatori dell’Europa, che “seppero cercare strade alternative, innovative in un contesto segnato dalle ferite della guerra”. In sintesi, “ebbero l’audacia non solo di sognare l’idea di Europa, ma osarono trasformare radicalmente i modelli che provocavano soltanto violenza e distruzione. Osarono cercare soluzioni multilaterali ai problemi che poco a poco diventavano comuni”. “L’Europa non si farà in un colpo solo”, ha ricordato Francesco citando la frase di Robert Shuman considerata “l’atto di nascita della prima comunità europea”.

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