Norvegia: registri dei fedeli e finanziamenti pubblici. Diocesi cattolica di Oslo ammette errore e fa ricorso

Riconosciamo che la diocesi per un tempo limitato ha usato un metodo riprovevole per la registrazione dei cattolici, purtroppo a scapito degli individui e delle autorità di vigilanza. Ce ne siamo rammaricati e ce ne rammarichiamo, ma siamo riusciti a rimettere in regola la situazione. Tuttavia non abbiamo mai ricevuto così tanti soldi dallo Stato. La revisione dei registri ha dimostrato che la maggior parte delle persone –secondo lo stato erroneamente registrate – sono membri della Chiesa cattolica dalla nascita”. Così scrive la diocesi di Oslo che ha citato in giudizio lo Stato per aver chiesto un risarcimento sproporzionato (4 milioni di euro) per le irregolarità commesse nel periodo 2011-2014 nella registrazione dei suoi membri. È sulla base dei numeri che lo Stato elargisce i finanziamenti alle comunità di fede. Secondo i calcoli dello Stato, nel 2015 i membri erano 80mila, ma secondo la diocesi i cattolici attivi erano 136mila; le statistiche ufficiali direbbero invece che sono 180mila i cattolici in diocesi. Il problema risiede nel fatto che solo il 15% dei cattolici norvegesi sono nati nel Paese. È difficile, sostiene la diocesi, contattare i singoli cattolici che arrivano e chiedere loro l’autorizzazione a inserirli nei registri. Per questo la diocesi aveva compilato i registri senza esplicite indicazioni dei singoli, anche perché “si diventa membri della chiesa cattolica universale con il battesimo, e si appartiene alla diocesi in cui si vive”.

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