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Libertà religiosa: Rapporto Usa, Europa occidentale nella lista dei “Paesi monitorati”

Restrizioni decise dai governi per limitare alcune forme tipiche di espressione religiosa (come abito e simboli visibili, macellazione rituale, circoncisione religiosa, luoghi di culto); ambiguo trattamento dell’obiezione di coscienza per motivi religiosi da parte dei datori di lavoro; crescita preoccupante di manifestazioni di antisemitismo e islamofobia. L’Europa occidentale entra così nella lista dei Paesi “monitorati” che la Commissione americana sulla libertà religiosa internazionale (Uscirf) ha stilato nel suo Rapporto annuale 2016 pubblicato il 2 maggio. Arrivato alla 17ª edizione, il Rapporto documenta, luogo per luogo, le violazioni della libertà religiosa in più di 30 Paesi del mondo. Nella mappa – a fianco ai Paesi segnalati in rosso (Cina, Corea del Nord, Iraq e Siria) e a quelli segnalati in arancione (Turchia, Russia, Azerbaigian, Ciba e India) – spicca in colore beige tutta l’Europa occidentale. Le restrizioni che anche i governi europei decidono di fare alla libertà religiosa sono volte a garantire pari opportunità per tutti e regole di convivenza in società sempre più plurali. Hanno però “un effetto contrario”: “Favoriscono un clima sociale d’intolleranza verso gruppi religiosi mirati, limitando così la loro integrazione sociale ed educativa nonché le opportunità lavorative”.
Il Rapporto evidenzia come in diversi Paesi europei l’uso individuale di simboli religiosi visibili è limitato in determinati contesti, come il velo islamico, il turbante sikh, la kippah ebrea e le croci cristiane. Il Rapporto rileva anche che in alcuni Paesi come l’Italia, le moschee esistenti non sono sufficienti per le comunità e, riguardo all’obiezione di coscienza, mette in evidenza i problemi che nascono in molti Paesi europei quando entrano in conflitto le convinzioni religiose, da una parte, e le politiche dei governi o i requisiti del datore di lavoro, dall’altra.
Grande preoccupazione suscita poi nel Rapporto la crescita dell’antisemitismo in Europa. Nel 2015 hanno lasciato la Francia 7.900 ebrei francesi (nel 2012 erano 1.900). Riguardo invece all’islamofobia, il Rapporto americano avverte: “Più di un milione di migranti e richiedenti asilo, principalmente provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan, sono giunti in Europa in modo irregolare nel 2015. Sono arrivati in un momento in cui si sono susseguiti attacchi terroristici di matrice islamica e il flusso delle migrazioni è stato gestito dai governi europei in maniera caotica”. Questa situazione ha contribuito a “inasprire un sentimento anti-musulmano e, nonostante il fatto che molti erano in fuga da conflitti, questi migranti, in gran parte musulmani, sono stati visti con sospetto e paura”.

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