Reddito minimo cittadino Napoli: Trani (Caritas), servono “strumenti di politica attiva del lavoro”

“Quello che serve veramente a una città come Napoli sono strumenti di politica attiva del lavoro, come un piano per l’occupazione giovanile. Infatti, indicatori statistici della Svimez e non solo ci mostrano che sul piano del lavoro abbiamo fatto un passo indietro di quarant’anni. I livelli di disoccupazione sono quelli degli anni Settanta del secolo scorso”. È il parere espresso dal vice direttore della Caritas di Napoli, Giancamillo Trani, a proposito dell’approvazione del reddito minimo cittadino, approvato, qualche giorno fa, con una delibera della Giunta comunale partenopea, guidata dal sindaco Luigi de Magistris. “È vero che l’Italia, insieme con la Grecia, è l’unico Paese a non avere una misura universalistica di sostegno al reddito, ma dobbiamo chiedere: in una città come Napoli, con l’altissimo livello di disoccupazione, a quanti può essere realmente esteso questo beneficio? Nella presentazione dell’iniziativa, è stato precisato che si studieranno i meccanismi e i tempi di erogazione. È stato detto anche che a Livorno si sperimenta il reddito minimo, ma mi permetto di osservare che Livorno è una piccola realtà, grande quanto una municipalità di Napoli, che magari ha anche una situazione finanziaria migliore di quella che ha attualmente il Comune di Napoli”. Non solo: “Come requisito minimo ci sarebbe la residenza a Napoli da 24 mesi: in questo modo la platea dei beneficiari aumenta ancora di più. Quanti soldi, allora, dovrebbero esserci per soddisfare il bisogno di una città come Napoli, che muore soffocata dalla disoccupazione?”.

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