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Papa Francesco: udienza, “nessuna pecora può andare perduta”

foto SIR/Marco Calvarese

“Nessuna pecora può andare perduta”. È questo, per il Papa, l'”insegnamento che Gesù vuole darci” con la parabola del Buon Pastore. “Il Signore non può rassegnarsi al fatto che anche una sola persona possa perdersi”, ha spiegato Francesco: “L’agire di Dio è quello di chi va in cerca dei figli perduti per poi fare festa e gioire con tutti per il loro ritrovamento. Si tratta di un desiderio irrefrenabile: neppure novantanove pecore possono fermare il pastore e tenerlo chiuso nell’ovile”. Gesù “poteva ragionare, fare il bilancio – ha aggiunto a braccio – ma no, lui va a cercare quella perché ognuno è molto importante per lui, e quella è la più bisognosa, la più scartata, e lui va là a cercarla”. Il Papa ha commentato la domanda che introduce la parabola: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?”. “Si tratta – ha spiegato – di un paradosso che induce a dubitare dell’agire del pastore: è saggio abbandonare le novantanove per una pecora sola? E per di più non al sicuro di un ovile ma nel deserto?”. Secondo la tradizione biblica, ha ricordato Francesco, “il deserto è luogo di morte dove è difficile trovare cibo e acqua, senza riparo e in balia delle fiere e dei ladri. Cosa possono fare novantanove pecore indifese?”. Il “paradosso” della parabola “continua dicendo che il pastore, ritrovata la pecora, se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: rallegratevi con me”. “Sembra quindi che il pastore non torni nel deserto a recuperare tutto il gregge! Proteso verso quell’unica pecora sembra dimenticare le altre novantanove”, l’obiezione citata dal Papa: “Ma in realtà non è così. L’insegnamento che Gesù vuole darci è piuttosto che alcuna pecora può andare perduta”.

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