Papa Francesco: mons. Galantino (Cei), rispetta “la norma” ma anche “le persone”

“Chi sono io per giudicare?”: Lucia Annunziata ha richiamato questa frase del Papa, alla fine dell’incontro stasera al Teatro Eliseo di Roma, dedicata a Papa Bergoglio. “Si apre una fase nuova?”, ha chiesto. Questo Papa ha aperto i cancelli al divorzio, ai gay? Però il Papa è fermo nelle posizioni della Chiesa… “Il Papa prova a mettere insieme realtà che stanno bene insieme”, ha osservato in proposito monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. “Ad esempio la norma e la storia. Vediamo il capitolo 8 della Amoris Laetitia: le fragilità, dice il Papa, vanno accompagnate, su di esse va fatto discernimento (che non vuol dire che ognuno fa ciò che vuole), perché il discernimento è opera dell’intelletto ma anche opera spirituale”. “E poi occorre, dice il Papa, integrare le fragilità. Quando il Papa dice ‘chi sono io per giudicare’ è alla ricerca di ciò che tu hai nel tuo cuore. È un gesto di rispetto per la norma ma anche per le persone. Gesù non è il legislatore, Gesù ha vissuto grandi incontri; all’adultera non ha detto: ‘dai non è così grave…’. Ha detto: ‘questo non va’. Il Papa non mette una pietra tombale sulla mia storia, sulla tua storia. E quando un vescovo dice così, non fa il cristiano”. “Del resto non dobbiamo fare confusione, perché non tutto fa brodo” e ogni problema “non finisce a tarallucci e vino. Il peccato resta rifiuto di Dio. Ma ciò non vuol dire che io, laico, prete e vescovo non debba cercarti – conoscendo il mio stesso peccato – per camminare insieme, integrare le fragilità, cercare la redenzione e la strada indicata dal vangelo. E questa è la misericordia”.

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