Festival diritti umani: la testimonianza di una giovane yazida, “siamo stati oggetto di un genocidio”

“La mia comunità, così come tante altre in Siria e in Iraq, è stata oggetto di uno dei più grandi crimini e genocidi nella storia dell’uomo. Bambini e donne sono state sottoposte a schiavitù sessuali, mentre gli uomini sono stati sterminati”. Nadia Murad ha 21 anni ed è una giovane irachena della minoranza yazida miracolosamente sfuggita alla prigionia e alle violenze dei miliziani dell’Isis. Rapita lo scorso agosto dal suo villaggio in Iraq, è stata condotta nella roccaforte dello Stato islamico di Mosul, dove migliaia di donne e bambini vengono scambiati dai militanti come oggetti. Comprata e venduta dallo Stato islamico come schiava, questa giovane ha visto morire tutti i suoi fratelli insieme ai genitori. Il suo villaggio è stato completamente raso al suolo e ogni uomo o ragazzo che vi viveva è stato barbaramente ucciso. Dopo aver raccontato la sua drammatica esperienza qualche mese fa davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, a New York, Nadia ha voluto dare la sua testimonianza anche nel corso del Festival dei diritti umani, che si tiene in questi giorni a Milano nel complesso della Triennale. L’iniziativa, organizzata dall’associazione Reset-Diritti umani, è stata pensata per sensibilizzare la cittadinanza al tema sempre più centrale dei diritti umani spesso violati e ignorati. Realizzato con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri, del Comune di Milano e dell’Ufficio scolastico per la Lombardia, il Festival si terrà fino all’8 maggio e prevede momenti di dibattito, “lectio magistralis”, proiezioni di film e documentari con la partecipazione di Ong e tanti ospiti.

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