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Cardinale Péter Erdő: Migrazioni e “fili spinati”. “Dare una ricetta unica è molto difficile”

In Europa, “in nessun paese, ci sono muri” ma solo “recinti e fili spinati” e il punto di partenza dell’azione delle Chiese in Europa sono secondo le indicazioni date da papa Francesco “generosità, aiuto, accoglienza”. Ma “le soluzioni giuridiche dipendono dalle singole regioni e dare una ricetta unica è molto difficile”. Risponde così il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee ai giornalisti che chiedevano questa mattina la posizione delle Chiese europee riguardo ai diversi muri che sono stati costruiti lungo i confini di alcuni paesi dell’Est e Sud-Est Europa di risposta ai flussi migratori provenienti dalla rotta balcanica. La presidenza del Consiglio delle conferenze d’Europa è stata ricevuta ieri mattina da papa Francesco ed oggi ha organizzato una conferenza stampa nella sede di Radio Vaticana. “Il fenomeno migratorio – ha detto il cardinale ungherese – va affrontato a livello continentale, tenendo presente le diversità che ci sono nelle diverse regioni europee che vanno esaminate con pazienza per trovare le risposte cristiane adeguate alle sfide concrete”. Nell’analisi da fare, il cardinale ha invitato a distinguere i “paesi di partenza” (Iraq e Siria), i “paesi di transito” (fino all’Austria) e “i paesi che sono le mete finali del flusso migratorio”. Il presidente dei vescovi europei ha invitato anche a prendere in considerazione la necessità di garantire “passaggi legali” da un confine all’altro, lasciando la propria identità ed ha fatto notare a questo proposito come “nel 2015, in Ungheria sono passati 430 mila migranti di cui 100 mila senza accertamento di identità”. Essendo poi i salari dei Paesi dell’Est il 20% di quelli dell’Europa occidentale, i migranti “non vogliano restare”.

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