Cardinale Bagnasco: Unioni civili, “mettere la famiglia sullo stesso piano di altre unioni è contro l’esperienza umana”

Genova, 14 marzo: il card. Angelo Bagnasco tiene la prolusione al Consiglio episcopale permanente

“La famiglia fondata sul matrimonio come la Costituzione italiana prevede è quella di un uomo e di una donna aperti alla vita, all’amore, alla generazione. Questo è il fondamento della società civile. L’esperienza universale ci dice questo. Indebolire la famiglia e metterla sullo stesso piano di altre forme, di altre unioni, è contro l’identità non soltanto di un popolo come quello italiano, ma di quello che è l’esperienza umana”. Lo ha detto questa mattina il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, a margine di una conferenza stampa della presidenza del Ccee, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un parere sulla decisione del governo di Matteo Renzi e del Pd di accelerare i tempi sul disegno di legge Cirinnà e chiudere alla Camera la questione appunto delle unioni civili tra il 10 e il 12 maggio, probabilmente con la fiducia. “Senza il nucleo della famiglia – ha spiegato il cardinale Bagnasco – che permette l’incontro delle generazioni e  dei generi diversi, in una ricchezza di apporti, non c’è vera educazione. Ma non soltanto da un punto di vista religioso, ma da un punto di vista civile sociale e umano. La famiglia è la prima scuola di socializzazione dove si impara ad ascoltarsi a vicenda, cercare di capirsi, avere il passo degli altri, aiutarsi vicendevolmente, avere il senso del dovere e del sacrificio”. “Fuori da questo”, ha poi aggiunto l’arcivescovo, “tutto il resto è diverso, un’altra cosa”. “Nello stesso tempo – ha proseguito -, come abbiamo sempre detto, i diritti individuali che ognuno legittimamente rivendica, sono ampiamente assicurati dall’attuale ordinamento”. Alla domanda se ci sia il rischio di una equiparazione tra unioni civili e matrimonio, Bagnasco ha risposto: “Se l’unico punto di differenziazione previsto ad oggi è quello dell’assenza di fedeltà, mi chiedo se questo è il discrimine, la differenza tra una cosa e l’altra”. Infine riguardo all’adozione, il cardinale è stato molto chiaro: “la possibilità è stata stralciata. Spero e tutti speriamo che non rientri in altri modi, perché sarebbe un’ipocrisia”

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