Naufragi: mons. Perego (Migrantes), “un piano Marshall per l’Africa”

“Morte e vita si sono affrontati in un prodigioso duello. La morte di decine di persone nel Mediterraneo e il salvataggio di una bimba orfana del Camerun sulla nave della Marina militare ci ricordano e attualizzano il passaggio della sequenza pasquale. È una lotta che certamente, per la speranza cristiana, avrà come esito la vita, ma che chiede impegno e responsabilità”. È quanto afferma oggi monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes dopo i recenti naufragi che hanno causato la morte di decine di persone. “La crescita esponenziale della vendita di armi da parte dei Paesi europei – aggiunge il sacerdote -, un piano Marshall per l’Africa che stenta a partire, i corridoi umanitari non lasciati alla buona volontà di qualcuno, ma organizzati da tutti i Paesi europei e da altri Paesi del mondo, in forza di un diritto internazionale che già li prevede, un’operazione nel Mediterraneo che non controlla fin dalla partenza i viaggi delle imbarcazioni nel Mediterraneo, un sistema di accoglienza non diffuso nei Paesi europei, un permesso di soggiorno per protezione umanitaria negato a tutti coloro che sono arrivati in Europa nel 2014 e nel 2015 e che attendono da oltre un anno e mezzo un permesso nei centri o che sono stati più volte rimandati da un Paese all’altro. In attesa che si possa realmente e concretamente, grazie al piano Marshall per l’Africa, offrire condizioni per un rimpatrio assistito, sono gli atti di responsabilità che mancano all’Europa e che faranno ulteriormente crescere le morti nel Mediterraneo nei prossimi mesi, anche di numerosi bambini, e alimenteranno sfruttamento, violenze, oltre che la ricchezza dei trafficanti di esseri umani”.

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