Convegno Scienza & Vita: Ricci Sindoni (presidente), identità femminile richiede anche ripensamento “corporeità”

E’ tempo di “riprendere una riflessione approfondita sulla presenza della donna nella società italiana”. Le donne credenti “devono fare la loro parte, ritornando alle questioni originarie che ineriscono all’identità femminile che, non c’è dubbio, deve passare anche attraverso una ricomposizione della propria esperienza corporea”. Ne è convinta Paola Ricci Sindoni, presidente dell’associazione Scienza & Vita. Nella sua riflessione alla prima giornata del XIV convegno nazionale (Roma 27-28 maggio) sul tema “Nati da donna. Femminilità e bellezza”, la presidente spiega che la nostra identità “passa attraverso il corpo sessuato con tutte le virtualità che l’essere donna o l’essere uomo comporta”. Di qui il “no” alla “strumentalizzazione” e alla “mercificazione” del corpo femminile e l’invito a “partire dalla nascita” riscoprendo che la vita “non può più essere concepita come un disegno autoreferenziale, soltanto raccolto dentro propri desideri, ma colto come un pro-getto, un’esperienza cioè che getta in avanti” in cerca di un altro, “un figlio che all’inizio è te e al contempo fuori di te”. Occorre pertanto ascoltare il linguaggio del corpo, cogliendone “dall’inizio quell’essenza che parte dalle ‘viscere’” e seguendo “i tempi e i ritmi del corpo della donna” attraverso tre aspetti: “corpo – flusso” (di sangue e in certi momenti di latte), “corpo–abitazione”, ossia “spazio entro cui la vita si genera”, “corpo– mondo” (presenza nella comunità civile), con le loro modalità di traduzione nella vita sociale.

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