Cardinale Vegliò: con i musulmani “non creare ghetti e integrare”

“L’integrazione con i musulmani che vengono in Europa può essere più difficile ma è bene che non ci siano ghetti e si lavori sull’integrazione”. Così il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti a margine dell’inaugurazione, a Roma, dei nuovi locali del centro d’ascolto del Centro Astalli, l’organismo dei gesuiti per i richiedenti asilo. “Siamo tutti figli di Dio, non si può chiedere a chi arriva sui barconi se è cristiano o musulmano – ha detto -. Anche se il discorso teologico con l’islam è più difficile e su tanti temi si è rimasti fermi su alcune posizioni, è bene che non ci siano ghetti. L’ideale è l’integrazione. Mi auguro che l’islam che viene in Europa sia migliore dell’islam peggiore, quello strumentalizzato dai fondamentalisti”. Commentando la fuga dei cristiani che storicamente abitavano il Medio Oriente, a causa dell’instabilità e dei conflitti, ha poi auspicato che “le terre di Gesù non diventino un museo di arte e pietre”. Riguardo alle ennesime tragedie del mare, alle decine di morti e migliaia di migranti salvati in questi ultimi giorni nel Mar Mediterraneo ha detto: “Noi europei viviamo troppo nelle comodità e facilmente lasciamo l’altro da parte. Ma cosa sono un milione di profughi rispetto a 500 milioni di abitanti in Europa? Senza pensare che in Libano, su 4 milioni di abitanti ci sono 2 milioni di migranti provenienti da Iraq, Palestina, Siria. La Giordania, la Turchia, l’Afghanistan ne hanno milioni; noi invece gridiamo subito all’invasione. Diamogli una casa, diamogli una possibilità!”.

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